RECENSIONI

Alessia Tortolo

 

Le creazioni di Marina Battistella sono il risultato di un lungo percorso che ha avuto origine dal figurativo; attraverso una ricerca costante e mirata, è approdata a esiti completamente nuovi che permettono di collocare la sua produzione artistica nell’arte informale.

Gli anni dedicati all’arte figurativa e alla copia dei grandi maestri dell’Ottocento e del Novecento hanno costituito un banco di prova e un punto di partenza importante e determinante per la sua carriera. È in questa fase che ha affinato la tecnica sperimentando l’iperrealismo, la copia dal vero o dalle opere più importanti della storia dell’arte.

 

Oggi, trovandoci di fronte alle sue opere, abbiamo il privilegio di evadere dalla realtà, possiamo attuare una fuga spaziando con la fantasia in un ambito dove i pieni e i vuoti si alternano creando una sorta di visione aerea dalla quale sembra emergere un mondo nuovo, non ben definito, ma ancora incontaminato. Osservando i quadri, il pensiero rimanda a isole lontane e luoghi immaginari che non fanno parte del nostro mondo, bensì di quello fantastico.

Isole collocate in un mare sconosciuto che non incute paura, acque da sogno dalle quali emergono tracce fossili o resti di antiche città sommerse, ormai scomparse da tempo.

È evidente il richiamo all’archeologia, reinterpretata in chiave allegorica ed evocativa: dalla superficie emergono alcuni elementi che denotano un rimando ai resti recuperati dagli archeologi durante le campagne di scavo; l’artista li inserisce abilmente all’interno di una geografia fantastica, giungendo a una composizione equilibrata, sia per colori che per presenze materiche.

Il quadro di Marina Battistella è il risultato di una scomposizione figurale in porzioni ben delimitate da un segno deciso; è così che si demarcano le zone in rilievo e quelle piane, le porzioni fortemente incise e quelle lisce; il tutto disposto su una superficie nella quale sembra a volte delinearsi un processo metamorfico dagli esiti imprevedibili, caratterizzato dalla presenza, sempre più netta, di colori forti ed incisivi.

 

Nell’ultima fase della sua produzione compare un’allusione, seppur ancora allo stato embrionale, alla figura umana: è solo accennata, ma è percettibile e a volte anche ben riconoscibile all’interno dell’opera, sia essa una presenza angelica, inconsistente ed evanescente, che un volto o un busto ritratto di profilo.

 

La sua personalità, libera e anticonformista, trova riscontro nella scelta di abbandonare la consuetudine del quadro tradizionale rompendo gli schemi classici; l’opera infatti non è più contenuta nella misura quasi obbligata di una tela, sia essa rettangolare o quadrata, ma l’artista utilizza un supporto che le permette di spaziare in misure e forme non precostituite, a volte posizionate in sequenza, altre singolarmente, ma sempre con l’intento di potersi muovere senza limitazioni di sorta. Marina Battistella attua così una conquista personale dello spazio, avvicinandosi alla creazione di una scultura murale.

L’impianto compositivo utilizzato è pienamente riconoscibile, sulla superficie si assiste a un gioco di equilibri strutturali e cromatici dominati da bianco, rosso, blu e nero. Il rosso, colore preferito dall’artista, ben la rappresenta indicando una straordinaria forza vitale ed una spiccata energia; il blu attrae l’osservatore che rimane affascinato dalla profondità della superficie marina o dall’intensità del cielo, trasmettendo armonia ed equilibrio.

Il bianco è agli antipodi del nero, simboleggia purezza e speranza, spesso viene usato in contrapposizione alla consistenza bituminosa e densa del nero.

L’aspetto introspettivo dell’artista ben si riflette sulla superficie pittorica; in essa, infatti, riesce a trasferire le caratteristiche di ordine, misura, abbinamento preciso e ben ponderato dei colori che costituiscono gli elementi da lei ricercati costantemente, nella vita e nelle opere.

 

La singolare tecnica attraverso la quale arriva alla sintesi finale costituisce la caratteristica che più la distingue: la corposità data dai diversi materiali impiegati conferisce alle opere un forte esito tridimensionale, dove la cifra espressiva che esprime è fatta di una combinazione equilibrata fra le ragioni dello spazio e quelle della materia.

 

Gabriella Del Frate

 

La conoscenza del percorso artistico di Marina Battistella mi consente di certificare che l’artista, dopo gli esordi legati a forti richiami all’arte figurativa e successivamente a quella informale assimilata dai suoi maestri, è approdata in questi ultimi anni ad un gesto pittorico personale, di forte impatto per l’osservatore.

 

Una pittura libera caratterizzata da un uso quasi esasperato del pigmento materico che esce dalla superficie per dar vita ad un gioco di forme sempre più analogo ad una composizione plastica.

 

Nel suo linguaggio creativo, a mio avviso, non vanno ricercate metafore o simbolismi; le emozioni dell’artista si esprimono in quel manifesto piacere di conoscere la materia, di trasformarla e di tradurre le sensazioni personali in composizioni dove lo sfondo monocromo rappresenta la formalità, l’equilibrio e le immagini corpose, corrugate da varianti policrome, proiettate verso l’esterno, delineano la radice del suo processo liberatorio di ricerca.


Enzo Valentinuz

 

Temperamento, grinta, determinazione, sono questi gli elementi che mettono in movimento la creatività di Marina Battistella.

L’Arte è diventata la priorità assoluta del suo modo di esistere.

Possiede un bagaglio culturale acquisito all’Istituto d’Arte di Udine con Maestri importanti e, dopo un percorso pittorico figurativo ed iperrealista, ha saputo staccarsi dalla tradizione per approdare ad un campo di ricerca formale che l’appaga e la stimola ogni giorno di più.

 

In lei vivono antichi reperti fossili preistorici che, elaborati da abili mani di artigiani orafi d’altri tempi, si presentano a noi con una modernità sorprendente. La Battistella è sincera, non bleffa, non imbroglia, è Lei, unica nel suo genere.

 

Non si accontenta della tela, vuole la terza dimensione, per soddisfare il suo ego, così i suoi interventi diventano sempre più intriganti, avendo come dote, una grandissima cura per i particolari e una mania meticolosa nella stesura delle campiture che, normalmente, sono formate da colori puri, come il bianco, il rosso, il blu e il nero.

 

I colori ci parlano del temperamento e dei sentimenti genuini dell’artista: del blu, il colore dell’anima, della lealtà e della profondità dei sentimenti, della verità del bianco e, per concludere, il rosso, il suo grande amore per l’Arte.


Enzo Santese

 

Le opere di Marina Battistella disegnano un viaggio immaginario dove gli elementi fisici mantengono soltanto qualche traccia di riconoscibilità, per il resto appaiono come brani di una realtà in via di definizione.

Per questo l’artista carica di valore simbolico la sua pittura, alludendo alle dinamiche del vissuto che sono in continuo movimento verso esiti di imprevedibile sistemazione. Il piano dipinto si presenta come una sorta di geografia dell’ “altrove”, disposta a suggerire l’idea di improbabili isole, emerse in un futuro lontano per un fenomeno tellurico misterioso e contenenti tracce di civiltà sepolte: tra queste anche evidenze di scrittura, sovrapposizioni a collage, incisioni e rilievi, segni che si ammatassano in vortici di materia per liberarsi poi in impercettibili ombreggiature. Il tutto è incastonato in aree contigue che a tratti si offrono anche al gusto tattile di chi le guarda; qui dominano con ampia gamma di tonalità il nero che rimanda a un’idea di cristallizzazione lavica, il rosso che accende effetti cangianti di trasparenze e profondità, il bianco capace di intercettare e rimandare la luce dell’ambiente.